Perché Elon Musk è un modello per il buon politico

Elon Musk è diventato l’uomo più ricco del mondo. Altro che bolla, come molti da qualche anno definiscono il fenomeno Tesla.

Certamente siamo di fronte a un personaggio che, con i suoi eccessi e i suoi limiti (altrimenti non sarebbe un personaggio…), è destinato a restare nella storia, se non altro dell’economia. Vedremo poi come andranno le sue imprese spaziali.

Poco prima dell’apertura, a Davos, del World Economic Forum edizione 2018 il founder Klaus Schwab scriveva:

“La leadership in un mondo frammentato significa guardare oltre gli attuali dissensi verso un nuovo futuro condiviso. Esso richiede il coraggio di provare qualcosa di nuovo, con la consapevolezza che potrebbe fallire. Non abbiamo altra scelta che assumere tali rischi. Il pendolo da solo non tornerà indietro verso il progresso collettivo. Dobbiamo spingerlo, dimostrando che la collaborazione tra soggetti interessati è ancora possibile, anche in un mondo frammentato”

Parole che suonano profetiche in questo mondo confuso dal Covid-19. Per superare questa crisi generale serve un’azione convinta, chiara e condivisa. E intraprendenza. Come l’innovazione, che non cresce dove circolano rancori, paure e mistificazioni intellettuali. Certamente temi e toni della conversazione politica (e non solo) non sembrano essere quelli di un Paese che può e deve cambiare. Eppure la felicità collettiva, che è benessere economico e non solo come ci sta dimostrando il virus,, dovrebbe essere il fine ultimo di ogni sana e saggia azione politica.

L’Italia ha disturbi che non sono causati solo da problemi di carattere economico. Il suo corpo sociale è attraversato da tensioni e paure (accade del resto in altre parti del mondo) di fronte a fenomeni epocali come le migrazioni, la trasformazione digitale e adesso la pandemia. La Politica con la p maiuscola non dovrebbe cavalcarle solo per interessi di parte ma dovrebbe superarle in una visione superiore capace di contenere un percorso e un punto di approdo, insomma un futuro.

Il bisogno di una leadership e di una visione innovative

Il Paese ha le qualità e le energie per un deciso e decisivo salto di qualità. Ma non sono sufficienti da sole per andare oltre qualche successo personale. Serve molto di più di un nuovo provvedimento a favore delle startup che magari poi si impantana in fase di attuazione o dell’ennessimo incentivo fiscale che non trova il suo senso in una positiva dinamica di mercato. Quel che serve è una leadership e una visione innovative.

Alla politica dovremmo chiedere, oggi più che mai, di essere una guida verso il futuro, una guida con l’attitudine al rischio dell’imprenditore che cerca il profitto collettivo. L’identikit ideale? Elon Musk. Sì, l’eccentrico creatore di Tesla e Hyperloop, che vuole colonizzare Marte. E provo a spiegare le ragioni di questa proposta che potrebbe apparire provocatoria.

Photo by Austin Distel on Unsplash

La curiosità verso i cambiamenti del mondo

I’m interested in things that change the world or that affect the future and wondrous, new technology where you see it, and you’re like, ‘Wow, how did that even happen? How is that possible?'” (Elon Musk)

La curiosità verso i cambiamenti del mondo è la premessa necessaria per poterlo cambiare in meglio e da protagonista. Quelle di Musk potrebbero apparire come le affermazioni e le scelte stravaganti di un neomilionario, buone per animare un profilo Twitter, ma quel che sta facendo l’imprenditore di origini sudafricane, 49 anni, che a 30 “ha inventato” Paypal, è a modo suo una rivoluzione, perché sta portando la disruption in tutte le industry in cui decide di operare.

C’è un “Effetto Musk” in tutte le industria in cui finora ha deciso di intervenire l’imprenditore sudafricano. Con SpaceX sta guidando la privatizzazione dei viaggi spaziali ma porterà anche scompiglio nelle tlc, nel web via satellite; con Tesla ha “conquistato” l’industria dell’auto ma farà parlare di sé anche nell’energia e nella mobilità. E via di seguito: con Hyperloop l’”effetto Musk” arriva nelle infrastrutture, nell’immobiliare, nel trasporto merci; con OpenAI nel gaming ma anche nell’intelligenza artificiale e nel machine learning; con Neuralink nella robotica, nella medicina e nelle protesti, nel settore militare.

Dal momento che oggi non è più pensabile e possibile governare il mondo, e qualsiasi sua parte, senza fare i conti con la tecnologia, senza avere una ricetta per gestire gli squilibri che provoca e cogliere le opportunità che offre, senza pensare di aver capito la rivoluzione digitale leggendo due opinioni sulle fake news o sugli attacchi informatici, quel che sta facendo Elon Musk potrebbe rappresentare un utile riferimento per chi cerca consenso e si candida a guidare la cosa pubblica.

Nelle attività di Musk ci sono quasi tutti gli ingredienti dirompenti delle tecnologie digitali e, dietro, c’è una visione del mondo che sarà, in terra e nello spazio. Ambizioso, certo ma non ci sono mai stati grandi politici senza grandi ambizioni. Solo che oggi andrebbero espresse su terreni diversi rispetti a quelli del passato. Sarebbe bello che qualche eletto del popolo cominciasse a ragionare con (e come) il creatore di Tesla e Hyperloop. Potrebbe essere un’idea di un movimento degli innovatori regalare a tutti i parlamentari e ai membri del Governo la biografia di Elon Musk scritta da Ashlee Vance, giornalista prima del NewYorkTimes e poi di BusinessWeek. Tranquilli, c’è anche l’edizione italiana (pubblicata nel 2017 da Hoepli).

Se è vero, come dice il patron del World Business Forum Klaus Schwab, il nuovo mondo va governato come una startup, forse la nostra classe politica avrebbe molto da imparare da Elon Musk.

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