Un sigaro è il lusso del tempo

“Come i film, i sigari sono fatti dalla materia dei sogni“
(
Guillermo Cabrera Infante)

Tempo. Il tempo che serve per fare bene quel che piace fare. Per scoprire lentamente quel che non si stava cercando. Per perdersi tra pensieri imprevisti e imprevedibili. È il primo regalo che fa un toscano fumato intero, così come nasce e viene messo a riposare sui piani di legno dalle sigaraie. Eppure è un regalo che pochi si concedono. Perché abbiamo poco tempo, tutti. Perché, tutti, abbiamo qualche pregiudizio. E così ci perdiamo un lusso possibile, di quelli veri, che non dipende dal danaro ma solo dalla possibilità (e dalla volontà) di trovare il tempo per concederselo, appunto. Questo per me significa sostituire i due ammezzati nell’astuccio con un superbo intero.

Nella digital age dei messaggi da poche centinaia di caratteri e video sempre più brevi indubbiamente funziona l’ammezzato: offre il suo meglio appena acceso e in 30 minuti tutto è finito, se si fuma con calma e non si abbandonano resti importanti di tabacco. Ma proprio chi è abituato al tutto e subito, alle risposte in millesimi di secondi di Google e alla consegna in due ore di Amazon sta rivalutando il gusto del passo lento. I videogiochi sono ormai ovvii, i flipper da bar divertono; l’ora si guarda sullo smartphone, gli orologi a scatto meccanico vengono trattati come pezzi d’arte; tutto si cerca su YouTube ma in tv ritorna il Rischiatutto. Il vintage rassicura mentre affrontiamo una ignota corsa verso il futuro digitale e simultaneo.

Il Toscano ammezzato è la scelta maggioritaria per non rinunciare al piacere del Kentucky. Comprensibile, inevitabile, persino obbligata in un mondo in cui il fumo è sempre più un’esperienza outdoor. E per star fuori non serve solo tempo ma anche una complicità metereologica. La stagione, quindi, ci invoglia e ci aiuta a provare il Toscano alla maremmana, come si definisce di solito la fumata intera ricordando le abitudini dei butteri che stavano tutto il giorno fuori, spesso a cavallo, e non avevano né il tempo né la voglia per tagliare il loro “stortignaccolo”. Un’esperienza da duri, quindi? Per nulla.

Al contrario di quanto comunemente si pensi, il Toscano intero è meno aggressivo dell’ammezzato. Parte delicato, il fumo arriva freddo, il sapore si evolve e diventa forte solo dalla metà in avanti.

Certo tenerlo nella giusta combustione richiede pazienza e sapienza ma sono qualità che si possono acquisire anche grazie al sigaro (e tornare utili in altre situazioni e in altri contesti). E il tempo? Dipende da che cosa si fuma (un Soldati, per esempio, fila via più spedito di un Originale); come si fuma (puff rilassati o ansia da prestazione?) e che cosa si fa mentre si fuma (cosa diversa è conversare con un amico o accompagnarsi con un libro o il distillato preferito). Di quella maledetta risorsa scarsa che è il tempo comunque a un Toscano intero vanno dedicati circa 90 minuti. Cinquemilaquattrocento secondi, il tempo di oltre 10mila risposte di Google! La durata di 180 video su Twitter…

Eppure ne vale la pena. E non solo per scoprire un altro gusto. Comprendere che il fumo ha più temperature e sapori di quelli di solito conosciuti. Valutare appieno le differenze fra le diverse etichette che nell’ammezzato risultano più sfumate. Prendersi una piccola rivincita sugli habanos e gli habanofili che hanno solo un’intercapedine in più (la sottofascia fra la foglia esterna e la tripa) e una tradizione più nobile e internazionale.

Vale la pena accendere un Toscano intero (quel che si preferisce, io alterno Antica Tradizione e Antica Riserva e sconsiglio vivamente il Moro che rappresenta una sfida difficilmente sostenibile anche per il più esperto e accanito fumatore) per sapere davvero che cos’è il Toscano. L’ammezzato sta all’intero come la mezza bottiglia di vino alla bordolese o, ancora meglio, a una sontuosa magnum dove vitigno, cru e uvaggio esprimono il meglio di sé. Offrireste a un amico una infelice 0,375 per fargli degustare una grande etichetta? Sarebbe una mancanza di rispetto per lui e per la cantina. L’ammezzato scelto per deficit di tempo è come guardare una serie tv invece che un grande film. 50 minuti contro 90 e oltre. E infatti per avere soddisfazione, per rilassarci davvero, per entrare nel sogno abbiamo bisogno di vedere più di un episodio, di fare le maratone.

L’ammezzato è una parte per il tutto. Ce ne restituisce un concentrato (per durata e per sapore) ma non può essere la stessa cosa. Quando possiamo prenderci il tutto l’effetto è decisamente migliore, più rilassante, piacevolmente avvolgente. Come un film. O come un sogno. Perché la stessa è la materia di cui sono fatti i sigari, diceva lo scrittore cubano Cabrera Infante che abbiamo ricordato all’inizio di queste righe. Quale film? Quello che comincia dalle venature turgide di una foglia di tabacco, ad esempio. O quello che racconta il tempo, il lavoro e la fatica che sono contenute in quei 15-16 centimetri di tabacco. In quei 10 grammi circa che la combustione trasforma in cenere. E fumo. Inutile provare a pesarlo, come qualcuno si diverte a fare. Perché quel fumo è un po’ come i nostri sogni. E i sogni non hanno né peso né forma.

(Pubblicato su Club Toscano)

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