Il vero rischio di ChatGPT
Se domandi a ChatGPT “l’intelligenza artificiale generativa sostituirà l’uomo?”, la risposta è assai diplomatica: “È improbabile che l’AI generativa sostituirà completamente l’uomo”. Perché? “La creatività umana, il giudizio etico, l’empatia e la capacità di comprendere contesti complessi rimangono aree in cui gli umani eccellono”. Ecco, dovremmo avere e diffondere questa consapevolezza suggerita da un algoritmo piuttosto che lanciare allarmi, generare paure, disegnare scenari apocalittici.
L’intelligenza artificiale che abbiamo cominciato a conoscere dall’autunno 2022 (lancio di ChatGPT) è solo l’assaggio di una rivoluzione destinata a cambiare economia, società cultura. Normale e comprensibile che, come tutti i cambiamenti epocali, generi ansia e preoccupazione. Bisogna però decidere rapidamente se questa rivoluzione vogliamo affrontarla da protagonisti o subirla, nascondendoci magari dietro infiniti dibattiti, cavilli normativi e tormenti etici.
La diffusione dell’intelligenza artificiale comporta rischi?
La prima a rispondere sì, facendone un lungo elenco è ChatGPT. Il problema è che i rischi sono allo stesso tempo il tema prevalente della narrativa del grande cambiamento ma anche una sua funzione.
In altri termini: rischiamo di più a non affrontare con lucidità, tempestività e convinzione la sfida che ad usare l’AI e le sue applicazioni. Sì, c’è una importante questione di parole e dei sentimenti che producono.
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