Il libro fra carta e digitale

Qual è la natura del libro? Il libro è uno strumento di lavoro e di studio, una fonte di intrattenimento, un dono, un piacere intellettuale, una madeleine che restituisce ricordi, emozioni, persone. Per ogni natura forse potremmo esercitarci a immaginare evoluzioni e futuri diversi.  

Provo fastidio per il feticismo della carta e quindi lo lascio ai bibliofili, che rispetto e ammiro, Ma allo stesso tempo penso che il libro di carta non scomparirà, almeno nel futuro prossimo, così come non accadrà per i giornali che soffrono di una crisi molto più profonda ed economicamente drammatica.

Ricordo una previsione che dava per i quotidiani l’ultima copia a stampa nel 2024. Ci siamo quasi e gli ultimi dati ci dicono che, pur nella costante erosione di valore, i ricavi da copie cartacee restano il core business degli editori tradizionali.

Il futuro sarà di carta per i libri-dono o libri-madeleine. Ancora nessuno pensa che un ebook possa essere un regalo buono per ogni occasione, per fortuna aggiungo. Ma per lavoro o formazione, come sta dimostrando anche l’accelerazione della didattica digitale a causa dell’emergenza sanitaria, il futuro è digitale. Perché l’ebook è più leggero, trasportabile, comodo, consultabile, “editabile” (le note sul Kindle funzionano e sono utili…).  

Diverso è però il tema dell’accesso. Concordo con chi, in diverso modo, segnala il limite e il relativo fallimento di proposte “all you can read”. Da questo punto di visto non vedo per il momento la “rivoluzione dell’accesso” avvicinarsi al Palazzo d’Inverno dell’editoria libraria.

Se l’ebook è ancora una piccola parte del mercato librario, l’accesso in luogo del possesso è una nicchia di quella minuscola quota. E forse questo dipende dalle diverse nature del libro che non consentono di ridurlo a un'unica funzione facilmente condivisibile.  

 

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